Georg Wilhelm
Friedrich Hegel ✆ Baldo Alessi
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In
tempi come i nostri, pensatori della caratura di Costanzo Preve si contano
sulla punta delle dita, soprattutto nell’ambiente filosofico, dominato, nel suo
settore accademico, dal relativismo assoluto che pone sullo stesso piano tutte
le “opinioni” (fuorché le voci di protesta contro la naturalizzazione ed
eternizzazione dello status quo, beninteso) e si preclude pertanto
la via ad ogni ricerca della verità, dalla falsa oggettività ideologica del
politicamente corretto mirata a far apparire come “oggettivi”, neutrali, super
partes fenomeni sociali e politici storicamente relativi e superabili, in
primis lo stesso modo di produzione capitalistico.
Preve condusse sempre una lotta
tenace contro queste e consimili tendenze della filosofia accademica, svuotata
del suo significato genuino e declassata al rango di ancella dello stato di
cose presente. Tale orientamento lo fece pervenire a riflessioni estremamente
preziose e ad efficaci critiche del pensiero debole, del relativismo assoluto,
delle innumerevoli richieste di riconoscimento relative del proletariato (vale
a dire della base teorica del socialriformismo), della desocializzazione del
pensiero filosofico e della sua storia e delle altre ideologie oggi imperanti.
In questo campo il contributo di Preve va certamente sottoscritto e apprezzato:
l’acutezza delle sue critiche dell’ideologia contemporanea ha aperto gli occhi
a molti, facilitandone l’uscita dal tunnel della degenerazione irreversibile
della “sinistra” radicale.