- La crisi del capitalismo ha conseguenze anche sul piano dell’etica e delle relazioni umane e sociali. Per una riflessione non contingente dei comunisti
- “Due cose riempiono l’animo di ammirazione e venerazione sempre nuova e crescente, quanto piú spesso e piú a lungo la riflessione si occupa di esse: il cielo stellato sopra di me, e la legge morale in me. Queste due cose io non ho bisogno di cercarle e semplicemente supporle come se fossero avvolte nell’oscurità, o fossero nel trascendente fuori del mio orizzonte; io le vedo davanti a me e le connetto immediatamente con la coscienza della mia esistenza.” | Kant, Critica della ragion pratica, 1788, Conclusione
Ferdinando
Dubla | La crisi è una categoria non nuova per le classi sociali
che ne subiscono le conseguenze: le fasi del capitalismo hanno abituato i suoi
portavoce ad isolarne alcuni aspetti per nasconderne la portata strutturale,
tutta interna alla natura stessa del sistema sociale proprio per celarne le
evidenti contraddizioni. Per cui assistiamo alla centralità ora della speculazione finanziaria che
ha in mano il debito pubblico inesigibile per i paesi più deboli della catena,
ora il disordine politico che
ne alimenterebbe l’incapacità di soluzioni altrimenti a portata di mano, ora la disperazione
sociale di