“Tres pasiones, simples, pero abrumadoramente intensas, han gobernado mi vida: el ansia de amor, la búsqueda del conocimiento y una insoportable piedad por los sufrimientos de la humanidad. Estas tres pasiones, como grandes vendavales, me han llevado de acá para allá, por una ruta cambiante, sobre un profundo océano de angustia, hasta el borde mismo de la desesperación” — Bertrand Russell

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7/2/14

Monete digitali (criptomonete) e circuiti finanziari alternativi

“.. L’importanza della moneta deriva essenzialmente dal fatto che essa è un anello fra il presente e il futuro” [1] | J.M.Keynes
“Ciò che mediante il denaro è a mia disposizione, ciò che io posso pagare, ciò che il denaro può comprare, quello sono io stesso, il possessore del denaro medesimo, Quanto grande è il potere del denaro, tanto grande è il mio potere. Le caratteristiche del denaro sono le mie stesse caratteristiche e le mie forze essenziali, cioè sono le caratteristiche e le forze essenziali del suo possessore. Ciò che io sono e posso, non è quindi affatto determinato dalla mia individualità. Io sono brutto, ma posso comprarmi la più bella tra le donne. E quindi io non sono brutto, perché l’effetto della bruttezza, la sua forza repulsiva, è annullata dal denaro” [2] | K.Marx 

1. Introduzione. Sul ruolo e la forma della moneta nella nostra storia[3]                                                     Andrea Fumagalli

English
La moneta è un’invenzione umana. La moneta non cresce sugli alberi. La moneta  ci dimostra che l’essere umano è un animale sociale. La moneta è relazione sociale. Una relazione sociale che oggi non è paritaria, ma che potrebbe diventarlo. La moneta è la dimostrazione dell’esistenza di una comunità, perché la moneta è frutto di un rapporto di fiducia. Ma la moneta è, soprattutto, potere. Potere di decisione, potere di arbitrio. E oggi è potere capitalistico. Per questo la moneta non è un bene comune. Essa è, o meglio potrebbe essere, dovrebbe essere,

2/12/13

La Teologia del denaro di Walter Benjamin | Il debito

Walter Benjamin ✆ Matthew Dear
Mario Pezzella  |  1. In un frammento del 1921, Il capitalismo come religione[1], Walter Benjamin ha messo in rilievo in che misura il debito sia diventato l’oggetto di culto di una vera e propria teologia del danaro, che ha sostituito in larga misura la “teologia politica”. Benjamin radicalizza le idee di Weber sul rapporto tra modo di produzione capitalista e cristianesimo. Se per Weber il capitale nella sua forma moderna è stimolato dalla concezione calvinista della grazia e del peccato e poi procede alla sua secolarizzazione profana, per Benjamin è esso stesso religione: priva di dogmi, ma con un suo culto ineluttabile e continuo e un “dio minore” che ne perpetua il destino. “Il capitalismo -scrive Benjamin- è la celebrazione di un culto sans trêve et sans merci. Non esistono “giorni feriali” non c’è alcun giorno che non sia festivo, nel senso terribile del dispiegamento di tutta la pompa sacrale, dell’estrema tensione che abita l’adoratore”[2]. Oggetto di questo rito è la merce, emanazione visibile della astrazione sovrasensibile e spirituale del danaro.

Questo culto è colpevolizzante-indebitante”. Se il debito è il rapporto sociale che domina e sostituisce ogni altra forma di riconoscimento intersoggettivo tra gli uomini, esso stabilisce immediatamente anche un nesso di colpevolezza. Questa

20/5/13

A la búsqueda de una teoría monetaria en Karl Marx

Victoriano Martín Martín

En el presente ensayo se intenta indagar la génesis y la evolución del pensamiento monetario de Marx desde los primeros comentarios vertidos en los Manuscritos de París, comentarios en los que predomina la intuición y el prejuicio y que son el resultado de sus primeros estudios económicos durante los años 1843 y 1844, hasta la configuración más elaborada de lo que podríamos denominar teoría monetaria de Marx, como aparece expuesta primero en su Contribución a la crítica de la economía política (1859) y después en El Capital (1867). En una primera aproximación a la teoría monetaria de Marx podemos avanzar que, salvo en la teoría del interés, se aparta considerablemente de lo que podríamos denominar corriente principal de pensamiento.

Para Marx el valor del dinero viene determinado por el coste de producción del oro, medido por la cantidad de trabajo socialmente necesario. No es la cantidad de dinero lo que determina el nivel de precios, sino que es el nivel de precios lo que determina la cantidad de dinero. Finalmente, se refiere al tipo de interés como el precio del alquiler del dinero, y lo hace depender de la oferta y demanda de fondos prestables y del tipo de beneficio.