“Tres pasiones, simples, pero abrumadoramente intensas, han gobernado mi vida: el ansia de amor, la búsqueda del conocimiento y una insoportable piedad por los sufrimientos de la humanidad. Estas tres pasiones, como grandes vendavales, me han llevado de acá para allá, por una ruta cambiante, sobre un profundo océano de angustia, hasta el borde mismo de la desesperación” — Bertrand Russell

4/12/13

Slavoj Žižek pensatore pericoloso?

Slavoj Žižek ✆ Lace
Diego Fusaro  |  Domenica 1 dicembre, il filosofo Slavoj Žižek è stato ospite della trasmissione “Che tempo che fa” diretta da Fabio Fazio. Non è interessante, in questa sede, discutere della trasmissione in quanto tale, su cui peraltro già vi sarebbe molto da dire. La trasmissione di Fazio è, in estrema sintesi, l’equivalente televisivo del quotidiano “La Repubblica”, il luogo della riproduzione del politicamente corretto e dell’ideologia di legittimazione dell’esistente.

Certo, si tratta di un fatto hegelianamente noto, ma non conosciuto: ma non è di questo che intendo occuparmi, né di come la trasmissione di Fazio svolga la funzione di rassicurazione ideologica per la gente semicolta del ceto della sinistra politicamente corretta, antiborghese e ultracapitalista, nemica di ogni possibile formazione ideologica in grado di opporsi al capitale dominante.

E, tuttavia, occorre partire dal fatto che, nel rassicurante e comodo salotto della trasmissione

Il sogno di Machiavelli

Luciano Canfora  |  Difficile trovare nella letteratura un testo autobiografico più drammatico della lettera di Niccolò Machiavelli a Francesco Vettori, quella con cui gli annuncia di aver terminato la stesura del Principe (10 dicembre 1513). È l'autobiografia di uno sconfitto, non di un vinto: che ha scelto di proseguire la sua battaglia con altri mezzi: cioè mettendo in circolazione la summa della sua riflessione sul potere.

Luciano Canfora
Ecco la sua giornata: «Mangiato che ho, ritorno nell'osteria, quivi è l'oste, per l'ordinario, un beccaio, un mugnaio, due fornaciai. Con questi io m'ingaglioffo per tutto dì, giuocando a cricca, a tricche-trach, e per dove nascono mille contese e infiniti dispetti di parole ingiuriose; e il più delle volte si combatte un quattrino, e siamo sentiti non di manco gridare da San Casciano». 

La scena di abbrutimento non potrebbe essere più efficace. E quel che più conta è la lucida

A 20 años de la muerte de Federico Fellini | 20 años sin el circo de las mentiras sinceras

Manuel González Ayestarán  |  Este calificativo describe un lenguaje audiovisual donde la función narrativa se hace a un lado en pro de la función poética, una poesía cinematográfica cargada de fantasía, sátira y humor, mediante la cual el autor representa diferentes visiones de sí mismo y de la sociedad italiana de la que formó parte a través la óptica caricaturesca que desarrolló en su juventud, mezclada con pinceladas de estética y tono circenses.

En su cine tiene lugar una representación del ser humano en la que éste es objeto tanto de burla como de compasión, un espectáculo del absurdo inspirado en el show de clowns y freaks propios del mundo del circo. Todo esto evocado