Adrian Johnston | I. Ogni materialismo degno di questo
nome deve prevedere elementi provenienti dal naturalismo e dall’empirismo.
D’altro canto, è necessario che non sia semplicemente ed esclusivamente naturalista
o empirista nel senso tradizionale (soprattutto pre-kantiano) di queste
etichette (e, nel caso dei materialismi sviluppatisi sulla scia dell’idealismo
tedesco, includendo tra questi il materialismo trascendentale, non dovrebbero
esserlo). Ne consegue che ogni razionalismo anti-naturalista, di qualsiasi
guisa esso sia, non può simultaneamente essere qualificato come materialista.
Sebbene un razionalismo anti-naturalista possa risultare compatibile con il
realismo (metafisico), ciò non lo rende per nessuna ragione compatibile con un
materialismo in senso stretto. In altre parole, non esiste alcun materialismo
interamente formalista; con riferimento alla nascita delle scienze moderne, non
c’è Galileo senza Bacone. L’avversione per il metodo sperimentale delle scienze
naturali moderne, e ugualmente il rifiuto di legare la conoscenza a tragitti di
acquisizione primariamente empirici, trascinano il pensiero per sentieri che
conducono a un pitagorismo anacronistico, dualismi ontologici, idealismi
spirituali, misticismi religiosi, e un disordinato e proliferante sciame di
confabulazioni, illusioni,fantasticherie, fantasie e deliri che presenta se
stesso come un filosofare rigoroso e responsabile. Inoltre, nella misura in cui
un materialismo quasi-naturalistico permeato dall’empirismo, alla fin dei
conti, non corrisponde e non equivale a un determinismo rigido e meccanico; una
sensibilità materialista in sintonia con le scienze naturali non deve essere
temuta come se fosse il primo varco per la chiusura immediata di ogni spazio
per una soggettività autonoma, e tutto ciò che essa porta con sé.
“Tres pasiones, simples, pero abrumadoramente intensas, han gobernado mi vida: el ansia de amor, la búsqueda del conocimiento y una insoportable piedad por los sufrimientos de la humanidad. Estas tres pasiones, como grandes vendavales, me han llevado de acá para allá, por una ruta cambiante, sobre un profundo océano de angustia, hasta el borde mismo de la desesperación” — Bertrand Russell
4/7/15
Undici tesi sul materialismo
► En las discusiones
filosóficas actuales sobre la configuración del materialismo y sobre sus
posibles combinaciones, hay que detenerse sobre la propuesta de un “materialismo
trascendental” recientemente expuesta por Adrian Johnston, cuyo ‘manifiesto’
les presentamos
Etiquetas | Tags | Étiquettes:
Filosofía,
Materialismo,
PDF
3/7/15
Construyendo la nueva ‘ruta de la seda’ | Va a cambiar buena parte del mundo que hemos conocido
► La
conexión de China con el resto de Asia y Europa es una de las claves del
futuro, junto con la organización y articulación económica de amplias áreas
urbanas que cuentan con una población de más de treinta millones de habitantes
cada una
Higinio
Polo | Cuando se acaba de conmemorar el sexagésimo
aniversario de la Conferencia de Bandung
que reunió en 1955 a veintitrés países asiáticos y seis africanos, el mundo ha
cambiado por completo, y si África continúa siendo el territorio con mayores
problemas del planeta, Asia no es el mismo continente de hace seis décadas, y
el breve paseo que llevó a Xi Jinping, Joko Widodo y otros presidentes por
la Jalan Asia Afrika de
Bandung hasta el simbólico Merdeka,
en una celebración que congregó a representantes de cien países, marcaba las
diferencias y el camino recorrido desde entonces. Si Bandung fue, tras la II
Guerra Mundial, el primer grito de dos continentes atropellados y humillados
por Occidente, la Cumbre Asia-África 2015 que se celebró en Indonesia
adquiría un nuevo significado para el mundo y daba cuenta de los cambios
estratégicos acontecidos desde entonces.
Pese a las resistencias norteamericanas para
admitir la progresiva configuración de un mundo multipolar, la relación
estratégica entre Estados Unidos y Europa, por un lado, y los países
congregados en Bandung por otro, ha cambiado también: desde los lejanos días de
Chu En Lai, Nehru, Sukarno y Tito que dieron lugar al Movimiento de Países
no alineados y a la justa exigencia de unas relaciones internacionales que
no estuvieran presididas por la rapiña occidental, nunca como ahora Asia y África
habían estado en condiciones de conseguir sus fines.
Etiquetas | Tags | Étiquettes:
China,
Economía,
Geografía,
Geopolítica
2/7/15
Nietzsche en la obra de Michel Foucault
Friedrich Nietzsche ✆ Phrame |
Etiquetas | Tags | Étiquettes:
Friedrich Nietzsche,
Michel Foucault
Michel Foucault e la critica dell’ideologia nei Corsi al Collège de France
Orazio Irrera |
Nella lezione del 30 gennaio del suo Corso del 1980 al Collège de
France Del governo dei viventi,
Foucault ribadisce il suo rifiuto di analizzare il pensiero, il comportamento e
il sapere degli uomini» nei termini di un’analisi ideologica, aggiungendo che,
praticamente ogni anno, durante ogni suo corso, egli è ritornato su questa
esigenza di smarcarsi da una prospettiva segnata dall’ideologia, operando ogni
volta un piccolo spostamento per conferire così alla sua critica nuove forme di
intelligibilità1. Questa
mobilità, così caratteristica del modo di condurre il proprio lavoro teorico,
non deve tuttavia farci perdere di vista il fatto che se Foucault, nell’arco di
circa un decennio, si è così insistentemente soffermato sulla critica
dell’ideologia, è perché, presumibilmente, tale nozione rappresenta per lui –
seppur negativamente – un nodo teorico e metodologico di grande rilevanza.
Infatti attraverso tutta questa serie di considerazioni critiche sulla reale
capacità esplicativa della nozione di ideologia, risulta possibile far
apparire, quasi in filigrana al suo insegnamento, un percorso teorico che lo
attraversa sotterraneamente dalla fine dall’inizio degli anni ’70 fino ai primi
anni degli anni ’80. Si tratta di un percorso la cui ricostruzione può
mostrarci in che modo gli spostamenti concettuali che Foucault compie a
proposito della critica dell’ideologia possano essere messi in relazione alle
poste in gioco epistemologiche ed etico-politiche che man mano appaiono nel suo
mobile itinerario di ricerca e di insegnamento al Collège de France. Nel presente
contributo cercheremo di raggruppare questo insieme di critiche in quattro
grandi tipologie.
Etiquetas | Tags | Étiquettes:
E book,
Ideología,
Michel Foucault
30/6/15
Uruguay – ¿Por qué se produjo el golpe de estado de 1973?
► Este 27 de junio se cumplieron
42 años desde el golpe de estado de 1973 y el debate sigue con fuerza y pasión
Esteban Valenti | En esta oportunidad, pero en forma recurrente el tema en debate son las causas del golpe de estado. Algunos representantes de los partidos tradicionales vuelven a la carga con la afirmación de que la acción de los Tupamaros fue el determinante del golpe. No es un debate solo sobre el pasado, tiene que ver con temas de actualidad, como por ejemplo la permanente batalla por la verdad y la justicia que tiene en la propia izquierda interpretaciones y opiniones muy diferentes y a veces contradictorias. Era obvio que proponer la construcción de un monumento conmemorativo de aquellos enfrentamientos fundiendo los metales de las armas tanto de los tupamaros como de las FF.AA. desataría no solo un debate sino todas las pasiones. Partamos del principio material, se trataría de un monumento con una gran cantidad de metales militares y unos pocos kilos de metales de la guerrilla. Y no es esta una afirmación cualquiera.
Esteban Valenti | En esta oportunidad, pero en forma recurrente el tema en debate son las causas del golpe de estado. Algunos representantes de los partidos tradicionales vuelven a la carga con la afirmación de que la acción de los Tupamaros fue el determinante del golpe. No es un debate solo sobre el pasado, tiene que ver con temas de actualidad, como por ejemplo la permanente batalla por la verdad y la justicia que tiene en la propia izquierda interpretaciones y opiniones muy diferentes y a veces contradictorias. Era obvio que proponer la construcción de un monumento conmemorativo de aquellos enfrentamientos fundiendo los metales de las armas tanto de los tupamaros como de las FF.AA. desataría no solo un debate sino todas las pasiones. Partamos del principio material, se trataría de un monumento con una gran cantidad de metales militares y unos pocos kilos de metales de la guerrilla. Y no es esta una afirmación cualquiera.
Etiquetas | Tags | Étiquettes:
Crónica,
Esteban Valenti,
Luchas populares,
Política,
Uruguay
L'origine del linguaggio e il socialismo scientifico
Enrico Galavotti | Spesso non ci si rende ben conto che, per
quanto riguarda l'essere umano, non è di alcuna importanza sapere quando si è
passati, sul piano del linguaggio, dai primi suoni, emessi in maniera simile
alle scimmie, alle frasi di senso compiuto. Nessuno di noi si ricorda quando,
da neonato, emetteva i primi vagiti. Non ci ricordiamo neppure quando
balbettavamo frasi inarticolate. Per gli esseri umani il linguaggio comincia a
diventare davvero significativo quando le parole vengono memorizzate per il
loro significato. In questa maniera infatti ci diventa possibile procedere alla
loro rielaborazione. Il
linguaggio non è che un uso
intelligente delle parole. È uno strumento in più. Non si diventa più
capaci di parlare quanto più ci si ricorda di tutta l'evoluzione del nostro
dire.
Più ancestrale del linguaggio è la sensibilità. Vi è umanità semplicemente là dove
esiste sensibilità. Un
cerebroleso resta comunque una persona "sensibile" e non ci
sogneremmo neanche lontanamente di eliminarlo, come facevano i nazisti coi loro
disabili. Il linguaggio può dare un significato
razionale alla nostra sensibilità, può cioè renderla consapevole di sé, ma non
ne aumenta la fisicità, la realtà corporea. La sensibilità può essere
aumentata, cioè approfondita ed estesa, soltanto da se stessa. Il linguaggio,
infatti, può anche essere usato per mistificare le cose.
Etiquetas | Tags | Étiquettes:
Comunicación y lenguaje,
Socialismo
29/6/15
Quebrar a Grecia
Paul Krugman |
Me he mantenido prudentemente callado en relación con Grecia: no quería
gritar: “¡Grexit”!
en un teatro lleno a rebosar. Pero dadas las informaciones sobre las
negociaciones en Bruselas, algo hay que decir: ¿qué se creen los acreedores, y
en particular el FMI, que están haciendo?
Esta tendría que ser una negociación sobre objetivos de
superávit primario y, luego, sobre una reducción de la deuda que eliminara la
perspectiva de interminables crisis futuras. Y el gobierno griego ha aceptado
lo que en realidad son objetivos de superávit bastante altos, habida cuenta
especialmente de que el presupuesto se hallaría ya en una situación de enorme
superávit primario si la economía no estuviera deprimida. Pero los
acreedores mantienen su rechazo a las propuestas de Grecia aduciendo que se basan
demasiado en impuestos y demasiado poco en recortes de gastos. De modo que
estamos todavía por la labor de dictarles la política interior.
Etiquetas | Tags | Étiquettes:
Crisis capitalista,
Grecia,
Opinión,
Paul Krugman
La crisis profunda de la socialdemocracia
François Sabado |
“Izquierda reformista, ¿fin de la historia?” es el tema de uno de los
últimos debates organizados en la página web de Mediapart. Es cierto que, ante
a la última evolución de la socialdemocracia en Europa, merece la pena
plantearse esa pregunta. En un contexto de ascenso de las fuerzas de derecha y
de extrema derecha, las debacles o derrotas electorales de los partidos
socialistas en Francia, España, Bélgica, Grecia y, más recientemente, en Gran
Bretaña, así como las importantes pérdidas de militantes en los sindicatos y
los partidos reformistas en toda Europa constituyen el decorado de esta crisis.
Esto no significa el fin de la socialdemocracia: los partidos socialistas,
incluso debilitados, pueden jugar un papel importante en sus respectivos países
pero, ¿lo hacen aún como partidos de la “izquierda reformista”?.
¿Una pasokización de la socialdemocracia?
Cada partido tiene su historia y son notables las
diferencias entre, por una parte, los lazos que unen a la socialdemocracia
alemana o el Partido Laborista británico al movimiento sindical, y, de otra
parte, los más distanciados del Partido Socialista francés con el movimiento
sindical. Pero todos sufren un retroceso más o menos importante.
Etiquetas | Tags | Étiquettes:
François Sabado,
PDF,
Socialdemocracia
26/6/15
Ilustraciones de Henri Matisse inspiradas en Charles Baudelaire
Charles Baudelaire ✆ Jaume |
Etiquetas | Tags | Étiquettes:
Charles Baudelaire,
Henri Matisse
Las ideas comunistas en el mundo de hoy
Armando
B. Ginés | Declarase comunista puede tener
consecuencias individuales contraproducentes muy serias y negativas para el
portador de tan maligno virus, tanto en la esfera laboral como en la vida
cotidiana. La insistente propaganda capitalista ha convertido tales ideas en el
enemigo público número uno del sistema: cuando las cosas se ponen feas para las
elites, mentar la bicha comunista suele atizar el miedo colectivo y sembrar de
dudas emocionales las posturas coherentes y las propuestas razonables de
cualquier izquierda que pretenda plantar cara a la ideología derechista en sus
diferentes advocaciones políticas, según cada momento histórico: conservadores,
reformistas, pragmáticos, tecnócratas, neoliberales. Hoy solo se puede aspirar sin que salten las
alarmas de peligro inminente, a manifestarse públicamente como liberal o
socialdemócrata, versiones o etiquetas homologadas por la ideología capitalista
imperante para ser lo que se debe ser de modo correcto y templado. Fuera de
este contexto se cae en el infierno de lo innombrable y sucio: radical,
activista, antisistema, anarquista, extremista, terrorista, socialista y
comunista.
Etiquetas | Tags | Étiquettes:
Actualidad,
Comunismo
25/6/15
Monseñor Oscar Arnulfo Romero: Un santo para las víctimas de la violencia en Latinoamérica
► “Yo quisiera hacer un llamamiento de manera
especial a los hombres del Ejército y en concreto a las bases de la Guardia
Nacional, de la policía, de los cuarteles: hermanos, son de nuestro mismo
pueblo, matan a sus mismos hermanos campesinos y ante una orden de matar que dé
un hombre debe prevalecer la ley de Dios que dice ‘No matar’. Ningún soldado
está obligado a obedecer una orden contra la ley de Dios. Una ley inmoral,
nadie tiene que cumplirla” – Monseñor Romero, 23-03-1980,
catedral de San Salvador. Un día
antes de ser asesinado por un sicario de
los Escuadrones de la Muerte
Teresita
Goyeneche | Es la mañana del 23 de mayo en la Plaza del
Divino Salvador del Mundo de San Salvador y los escépticos, los ateos y los
romeristas de cepa se rascan las cabezas tratando de entender cómo hoy, después
de treinta y cinco años, esta ceremonia es una fiesta que parece un concierto.
Recuerdan que una multitud tan inmensa como esta se reunió en 1980 a despedirlo
durante su funeral en la Plaza frente a la Catedral de San Salvador, pero una
serie de explosiones despertaron el pánico, que entre aplastamientos y disparos
dejaron cuarenta muertos y más de doscientos heridos.
Etiquetas | Tags | Étiquettes:
América Latina,
Luchas populares,
Opinión
Cuadro rojo con Kazimir Malevich
Cuadrado
rojo. Realismo pictórico de una campesina
en dos dimensiones ✆ Kazimir Malevich |
►
¿Somos capaces de reconocer en las formas más simples, como cuadrados y
círculos, toda la variedad de expresiones?
Ignazio Aiestaran | “Las
plazas son nuestra paleta”. Esto decían los muros de [la ciudad bielorrusa de] Vitebsk [Віцебск], según cuenta
Sergei Eisenstein en sus memorias, cuando regresaba a Moscú desde el frente
occidental de la guerra civil rusa, donde había participado en el trabajo de
los trenes de agitación propagandística, en septiembre de 1920. El director de
cine detalla que por esta antigua ciudad de provincias había pasado el pincel
de Kazimir Malevich.
El tradicional ladrillo rojo de las calles principales,
común a tantas otras ciudades de la región occidental, se encontraba cubierto
por pintura blanca. Círculos verdes, cuadrados naranjas, rectángulos azules y
trapecios verdes destacaban sobre el fondo blanco, en una decoración
suprematista que mostraba la huella móvil de Malevich.
En 1915, hace justo cien años, el pintor ucraniano había
mostrado su ideal artístico en un lienzo titulado Cuadrado rojo. Realismo pictórico de una campesina en dos dimensiones,
donde una simple forma geométrica similar a un trapecio de color rojo domina sobre
una superficie blanca, sin más aditamentos.
Suscribirse a:
Entradas (Atom)